La prima volta che sono andata a Milano ero piccolissima, avevo pochi anni, e “salivo su” con i miei dalla Puglia.
“Ma quando arriviamo a sto Milano? ” è stata la frase che ha contrassegnato ogni ora di quel lungo viaggio.

Poi ci sono andata nel mio primo anno da fuorisede, quando lavoravo a Vezza D’Oglio. Avevo unito due giorni di permessi e mi ero concessa questa gita. Mi sembrava lontanissima questa città, così diversa da quella d’origine e da quella in cui vivevo. Si trattava di una vera e propria gita per me, visto che anche il viaggio era considerevole, ma ricordo tutto di quelle due giornate: viaggio, coincidenze, pernottamento, itinerari studiati a tavolino, tutta da sola. Riuscire a non perdermi in quella grande metropoli, riuscire a destreggiarmi tra treni metropolitane autobus e tram, per me che avevo preso solo pullman e “circolari”, è stato un grande risultato.


L’anno scorso ci sono tornata con Lorenzo, ma ero tranquilla perché praticamente faceva tutto lui: studiava mezzi, percorsi, orari, ed io serena mi godevo lo spettacolo e basta

Oggi ci sono ritornata, ma ho provato una sensazione diversa. Per la prima volta il viaggio è stato breve (poco più di un’ora); per la prima volta non è stata una gita, ma un viaggio di “lavoro” perché ho realizzato un’intervista per il mio blog e per un nuovo possibile format; per la prima volta non mi sono sentita piccola e fuori posto in questa grande città. Ed è stato bellissimo.


