“Il profumo lascia una traccia di noi nella memoria degli altri”: è questo il messaggio che Daniela De Flumeri, titolare insieme a sua sorella Valeria della profumeria artistica “Profumi e Balocchi” di Foggia, ha lasciato nella mia memoria. 

Ho intervistato Daniela su Meet, e benché lì odori e profumi non possano percepirsi, il suo racconto è stato così chiaro, così intenso e personale, che è come se io il suo profumo fossi riuscita ad intuirlo lo stesso: quello di una donna forte, gioiosa ed elegante, che crede nelle sue idee che dalla più tenera età ha fatto di tutto per realizzarle; il profumo di una scommessa vinta, un progetto controcorrente che si è materializzato nel 1998 ed oggi punta a stupire grazie ad un evento unico nel suo genere dove i sensi diventano protagonisti.

Venerdì 3 dicembre alle ore 20.30 presso l’Auditorium Santa Chiara appuntamento con “Profumiamo la Musica” , un momento da vivere lasciandosi conquistare dalla potenza evocativa delle fragranze e dalle emozioni coinvolgenti della musica.

Dalla sua passione per i profumi quando era ancora bambina, ai suoi studi in Francia dai maestri profumieri, all’idea coraggiosa di portare un po’ di Francia a Foggia. Tra ricordi e progetti futuri, Daniela mi ha parlato della sua attività “Profumi e Balocchi” e di come – giorno dopo giorno – profuma le nostre vite.

Quando è nata la tua passione per i profumi, Daniela?

Da piccolissima! Quando ero ancora alle medie ricordo che chiesi a mio padre di acquistarmi l’Enciclopedia del profumo”! Lui accettò, pur non comprendendo a fondo la mia richiesta. E in realtà non saprei spiegarmela neanche io: non ho avuto nessuna ispirazione da altri, di nessun tipo, solo questa passione innata. Già all’età di 13 anni utilizzavo un profumo molto sofisticato, diverso da quelli più comuni che usavano altre ragazze della mia età, che si trovava solo in una profumeria della città, ed aveva un costo anche abbastanza elevato. I profumi per me sono sempre stati una fissazione: per me sono gli odori che governano il mondo ed io amo il mio mondo profumato.

Quando hai deciso di aprire la tua attività?

Con il tempo ho portato avanti la mia passione e sono andata a studiare in Francia in una Scuola Superiore di Parigi. Sono stati anni bellissimi, in cui ho appreso l’arte del profumo che ho sempre amato. Da lì poi è nata l’idea di crearmi un posticino tutto mio, in cui mettere a frutto quelle conoscenze. Tuttavia, sapevo che si trattava di un’impresa non facile: come mi dicevano in molti “qui sei a Foggia, non a Parigi!”. Il timore che la mia attività non venisse compresa c’è stato, ma la voglia di rendere realtà il mio sogno era maggiore, e così ho aperto il mio piccolo mondo profumato in Via della Repubblica 85, assieme a mia sorella. Il negozio è strutturato come una piccola farmacia inglese, di dimensioni ridotte, con un salottino accogliente e l’esposizione di profumi e cosmetici. Il mio desiderio è che il cliente, quando entra, faccia un viaggio sensoriale alla scoperta di sé, attraverso i profumi e le sensazioni che questi regalano.

Cosa rende la tua profumeria così speciale?

La mia è una profumeria artistica, in cui grande importanza ha la materia prima e l’atmosfera che si respira. La mia intenzione è quella di creare una fragranza su misura, unica, come unica è la persona che la indossa. Il profumo è importante nella nostra vita: «annuncia il nostro arrivo e ritarda la nostra partenza». Con i clienti che vengono a farmi visita chiacchiero tanto per conoscerli al meglio e solo allora posso consigliare quelle due o tre fragranze che secondo me li rappresentano. Solitamente procediamo per sezioni: note di testa, di cuore, di fondo: profumando singolarmente queste tre parti del corpo (testa, petto, ventre) quando poi la persona si muove crea un unico profumo che la rappresenta appieno.

Da chi è costituita la tua clientela?

La mia clientela è poliedrica, tutta accomunata dall’esigenza di cercare un profumo unico e diverso. Sicuramente si tratta di persone olfattivamente avanti, preparate, che conoscono bene quello che c’è sul mercato e vogliono qualcosa di speciale. Ho notato nelle mie diverse consulenze che c’è una differenza di approccio tra uomo e donna: la donna è più indecisa, restia al cambiamento; l’uomo, invece, è più deciso e ama osare.

Tu di che scuola sei? Profumo unico per tutta la vita o diversi in base all’umore?

In base all’umore, assolutamente. Molte volte usiamo un solo profumo per tutta la vita perché abbiamo paura di cambiare. Ma sono tanti i casi di persone che vengono da me e scoprono poi – solo quando si lasciano ispirare – di essere rappresentati da tutt’altro profumo.

Ci avviciniamo a Natale, il profumo è un grande classico dei regali natalizi: tu cosa consigli? Profumo come regalo sì o no?

Ma sì dai, io dico di sì. È anche piacevole sentire come l’altro ci vede attraverso il profumo, quali sensazioni scateniamo in lui. Poi ci sono sempre dei profumi di passaggio, un po’ jolly, non personali, che ci permettono di indovinare i gusti di quasi tutti. E infine consiglio sempre i cari buoni regalo che sono un pensiero gentile e discreto.

Parlaci dell’evento del 3 dicembre “Profumiamo la musica”: di cosa si tratta?

“Profumiamo la musica” è un evento unico nel suo genere: venerdì 3 dicembre alle ore 20.30 presso l’Auditorium Santa Chiara si terrà una sinestesia tra i suoni e le fragranze. Ci sono momenti in cui un profumo si deve solo ascoltare, un momento in cui due vibrazioni percettive, udito e olfatto, si incontrano, dando vita ad un dialogo inatteso fra gli accordi degli strumenti che risuonano e le note di una fragranza che si diffondono. Protagoniste indiscusse dell’evento saranno le fragranze Perris Monte Carlo, veri capolavori nel mondo del profumo che lasciano il segno per la qualità delle materie prime e l’inconfondibile sentore di essenze naturali, un “guardaroba” olfattivo capace di raccontare di noi e del nostro stile. Profumiamo la Musica ha ricevuto anche il tocco artistico di Lucy Petrucci, docente di musica, pianista, Music Planner nonché Responsabile di Grandi Eventi del club per l’Unesco di Foggia al Teatro Giordano. Tra i generi musicali ampio spazio alla musica classica che meglio di tutte si accorda con l’eleganza del profumo.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Mi piacerebbe organizzare ancora eventi del genere, crearmi un laboratorio tutto mio e poi realizzare magari corsi per bambini alla scoperta del proprio profumo: sono molto attratti da questi esperimenti “profumati”.

Dopo più di venti anni di attività, sei ancora motivata ed entusiasta di diffondere il tuo “profumo” di novità e ricercatezza? Rifaresti di nuovo tutto?

Sì, assolutamente. Oltre alla bellezza di fare il lavoro che amo, che mi permette di diffondere la mia passione, amo regalare emozioni. Anzi, sono i clienti che mi mettono le loro emozioni tra le mani: giorni fa è capitato che un signore si è commosso annusando un profumo e mi ha detto: “mi hai fatto rivivere mia madre”. Per me non c’è soddisfazione maggiore.