Per l’appuntamento con la moda oggi vi propongo il libro “Coco Chanel – Una donna del nostro tempo” di Annarita Briganti, sulla donna che – con perle, tailleur, cappelli e capelli (corti) – ha rivoluzionato il concetto stesso di femminilità partendo dalla moda.

Antonietta Gnerre vi propone un testo di Claudio Damiani tratto dalla raccolta “Endimione”. Scoperta e ascolto di una presenza dietro le presenze, di un respiro segreto al centro del silenzio.

Per l’appuntamento di oggi con #ILibrofili, Sara Durantini ha scelto “Bonjour Tristesse” di Françoise Sagan. Una scrittura suggestionata dai testi di sartriani e dal Nouveau Roman. Una scrittura libera e originale. Un’autrice che vive la letteratura in nome della libertà.

“Ho cominciato a fare un nido 

da bambino, intrecciando 

fili di musica e luci, 

e poi ossa e semi di parole 

pulivo la morte dalla terra 

usavo la colla della paura”.

La proposta di  Arturo De Luca è “Voci bianche” di Andrea Gruccia, edito da Marco Saya e che sarà in lettura con #MondoDiVersi.

Yeny Brizuelas propone la lettura de “Il Pianista” di Wladyslaw Szpilman, edito da Baldini+Castoldi. In questa opera, l’autore racconta il suo terribile vissuto nel ghetto di Varsavia. Orrore feroce dell’occupazione tedesca.

Giuseppe Todisco ci invita alla lettura del Poema senza eroe (Giulio Einaudi Editore, 1966) di Anna Achmàtova.

In occasione dell’anniversario della morte di Paul Valéry (20 luglio 1945), Francesco Campagna vi propone un suo testo stupendo: Opere Poetiche. Con questo, infatti, è possibile conoscere ed ammirare tutta la sua poetica.

Come elaborano il dolore i bambini? Cosa comprendono davvero in presenza della morte? Roberta propone la lettura de “Il disagio della sera” di Marieke Lucas Rijneveld, edito da Nutrimenti edizioni.

“Quando ti manca il fiato, a ogni respiro il mondo rinasce, ed è diverso da come lo ricordavi”. Antonietta Gnerre propone un libro di Alessandro Zaccuri: “La quercia di Bruegel”, edito da Aboca Edizioni.

Diego Luschi  propone “Mai più senza maestri” di Gustavo Zagrebelsky, gruppo di supporto, edizioni Il mulino, una saggio che cerca di ridare valore alla figura del maestro, distrutta dal ‘68 parigino e da quella frenetica ricerca dell’uguaglianza: “Mai più maestri”. «A mio modo di vedere –dice Zagrebelsky in una intervista – i maestri sono dei soggetti scomodi per il loro compito di mettere in discussione il nostro modo di vivere, di proporre cose nuove che si possono conquistare e realizzare con un certo sforzo». La tecnologia, la società del tutto e subito, ci ha abituati a prendere, quasi raccattare, ciò che è più facile, il vero maestro deve creare disordine, deve metterti in difficoltà, deve essere un provocatore!