Entrare nell’Atelier di Paola Zegovin vuol dire entrare in un mondo fatato, fatto di colori eleganti, tessuti preziosi e mobilia romantica.

Tutto nel suo negozio di Milano è raffinato e ricercato, a partire dalla sua posizione sui Navigli. Entrando al suo interno trovo Paola elegantissima nella sua semplicità, proprio come il suo atelier.

A colpire la mia attenzione è soprattutto la cura con cui sono sistemate vetrine e manichini. Tutti i vestiti sono ordinati per gradazioni di colore, ripreso da fiocchi ed accessori posizionati nella parte superiore del supporto. Lo stile del negozio è in pieno stile shabby chic, arricchito di accessori preziosi come macchine da cucire d’epoca, manichini artigianali, separé intagliati a mano, specchiere antiche ed orologi di altri tempi, che mi trasportano in un’altra epoca. Ad attirare la mia attenzione però è il nobiliare divanetto in velluto rosa e dettagli oro su cui prenderemo posto per la nostra intervista.

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Davanti a noi anche un pregiato servizio da tè, che vengo poi a scoprire non essere l’unico pezzo da collezione in negozio. Nel corso della nostra chiacchierata, infatti, Paola mi racconterà che è lei stessa a cercare questi pezzi d’antiquariato e a lavorarci su per portarli nel suo mondo fatato.

Bisnonno di Trieste, ma origini siciliane, dopo aver studiato design di moda a Firenze ed aver lavorato come stilista e product manager, nel 2018 Paola decide di aprire il suo atelier e dare forma ai suoi progetti. In realtà, già prima di tale data la Zegovin aveva registrato il suo marchio, ai tempi dell’università, e subito dopo gli studi aveva creato una capsule collection a suo nome.

Un vulcano di idee che non si ferma mai: l’ho intervistata per voi.

Paola, innanzitutto piacere di conoscerti e complimenti per il tuo percorso! Oggi siamo nel tuo splendido Atelier a chiacchierare sul tuo romantico divanetto, ma mi raccontavi che hai lavorato a lungo per diverse case di moda. Un’ottima esperienza e vetrina per chi ama questo settore. Cosa ti ha spinto ad andar via?

È nato tutto da uno stage con La Perla e da lì è partito il mio percorso nel mondo della moda: Pinko, Caractere, Massimo Rebecchi. Ma più andavo avanti e più mi sentivo ingabbiata in lavori e dinamiche aziendali che andavano al di fuori dalla mia mission. E così, dopo la mia prima capsule collection, ho iniziato a pensare di essere pronta per realizzare qualcosa di mio, che rispecchiasse la mia filosofia.

E qual è la tua filosofia, Paola?

Non realizzare collezioni in serie, ma dare al cliente un prodotto personalizzabile a prezzi competitivi. Ecco come è nata l’idea di “Crea il tuo stile”: insieme ad una rete di consulenti di immagine, facciamo vivere alla cliente un percorso completo che la porta alla conoscenza della sua fisicità e dei suoi colori amici, fino alla costruzione del suo stile, ottenuto grazie ad una selezione dei miei capi: non è il cliente a doversi adattare all’abito, ma il vestito che deve essere perfetto per quella persona.

Qual è l’ideale di donna a cui ti ispiri per disegnare i tuoi capi?

Una donna elegante e raffinata, a tratti romantica, ma sempre femminile: la mia musa è Grave Kelly, dal fascino senza tempo, o la più attuale Kate Middleton.

Quando hai creato il tuo primo abito? E quali sono stati i primi capi realizzati per questo atelier?

A 14 anni, ho preso un vestito, l’ho disfatto e ricucito. Mi stava tutto largo da piccola, perché sono sempre stata molto magra, e allora me lo sono cucito su misura. Mi è venuto naturale farlo! 

Per quanto riguarda l’atelier, inizialmente realizzavo soprattutto capi pret-à-porter, poi sono arrivati i vestiti da cerimonia per donna e bambina, i vestiti da sposa ed infine i gioielli.

Come mai, dopo aver realizzato tanti abiti, ti sei data agli accessori?

I gioielli sono un completamento del look a cui penso quando disegno. È molto divertente disegnarli e crearli e riesco a venderli anche separatamente. La cosa bella poi è che si tratta di pezzi unici, realizzati con pietre vere: non ce n’è uno che assomigli ad un altro. E alle clienti questo aspetto piace molto.

Quanto è importante per te e per le tue clienti l’artigianalità del capo?

Tantissimo, è il mio spirito guida! Soprattutto dopo la pandemia, ho notato che la gente dimostra di aver sempre più bisogno di recuperare il valore del tempo, anche nella semplice scelta di un capo d’abbigliamento, e qui riesce a vivere un’esperienza sensoriale totalizzante con la sartorialità. C’è tanta voglia di acquistare capi unici, che non seguano la moda del momento, ma siano un possesso eterno.

Cosa ti manca del periodo pre-covid invece?

Le sfilate e gli eventi. Prima del lockdown, infatti, ospitavo nel mio atelier tantissimi appuntamenti di vario tipo: serate a tema, corsi di make-up, party di addio al nubilato. Tutto questo mi manca molto perché attraverso ciò riuscivo ad esprimere al meglio la mia idea di moda e sartoria. Ora pian piano stiamo riprendendo e non vedo l’ora di ripartire a pieno regime!

Siamo arrivate al termine della nostra intervista, Paola. Ti ringrazio per la chiacchierata e complimenti per i tuoi traguardi. Ma anche tanti tanti complimenti per il tuo salottino in cui mi hai ospitato! Ma come hai avuto questa idea di rendere il tuo atelier più vicino ad un salottino che a un negozio?

Volevo ricreare un’atmosfera di altri tempi, in uno stile romantico rétro. Sono tutti mobili che io stessa ricerco nei mercatini dell’usato, dilettandomi poi nella tinteggiatura degli stessi. Mi piace la storia che si cela dietro questi pezzi unici. Come vedi, poi, ho un debole poi per i servizi da tè: ne ho tantissimi e credo che non mi fermerò qui!