
Devo ammetterlo, ogni volta che io e Lollo ci mettiamo in viaggio è sempre una bella giornata. E no, non intendo solo perché è bello viaggiare, e soprattutto insieme ♥️ ma faccio riferimento proprio al fatto che troviamo sempre bel tempo. Siamo fortunati, vero, ma anche un po’ incoscienti. Quella mattina che siamo partiti per Schilpario, infatti, pioveva, ma l’abbiamo tentata lo stesso. Senza bisogno di navigatore (ovvio, lui si orienterebbe anche su Marte) partiamo. Inizio subito a vedere la differenza di paesaggio man mano che ci spostiamo dalla pianura: ovviamente, man mano che ci si alza per me è sempre più bello e prendo a fotografare. Finalmente inizio a vedere posti che conosco: è l’alta Val Seriana, che – anche se solo per pochissimo – avevo avuto modo di visitare a gennaio 2020, proprio uno dei primi viaggi prima del lockdown.

La Val Seriana è la valle del fiume Serio, in provincia di Bergamo, nelle Alpi Orobie, che si snoda lungo il percorso del fiume da cui prende il nome per circa 50 chilometri, Rivedo Castione della Presolana, Dorga, Bratto e vengo subito catapultata indietro nel tempo, a come era viaggiare allora, alle emozioni e progetti fatti allora. Andando avanti, tra tornanti e viste mozzafiato, la mia attenzione viene rapita subito da una nuova località che segno sulla mia lista dei desideri: il Passo della Presolana, a ben 1297 mt., che ci conduce alla Val di Scalve, meta del nostro viaggio. La giornata non è il massimo, a livello metereologico, ma ha smesso di piovere. Quel cielo ancora un po’ coperto, però,dona un fascino misterioso a quei boschi, a quelle valli, che può sembrare ostile all’inizio, ma poi se ne scopre la vera risorsa.


Eccoci a Schilpario. La prima cosa che mi colpisce di questo posto è il silenzio, la pace. Certo, non che ci si potesse aspettare altro di questi tempi, ma la sua vista e il suo ascolto dona pace e ritempra.Sono incuriosita ed al contempo affascinata da quel piccolo paesino che – innevato com’è – sembra quasi un presepe. Data l’ora (ce la prendiamo con calma, sono le 13:00), decidiamo di dividere la visita in due parti: la Schilpario “alta” prima di pranzo, la “bassa” dopo. Dopo aver fatto due passi, rimango rapita dall’enorme quantitativo di neve scesa, che qualche signore toglie con la pala davanti casa, e da un’architettura molto semplice, rustica, che si accompagna al moderno. Moderno come il ristorante che attira la nostra attenzione.
Il Ristorante “Alpi”, nel cuore di Schilpario, è una bellissima struttura in legno, con tavoli all’esterno, ideali per gli aperitivi in compagnia. Finemente arredato ed addobbato all’esterno, crea ancor più meraviglia una volta fatto ingresso. Inutile dire che ho fotografato tutto, dalla A alla Z. Il più bello arriva, però, nel momento dell’apertura del menu. L’ampia scelta di prodotti spaziano dai tipici sapori della tradizione di montagna a gusti più moderni, da polenta e cervo – per dire – ad hamburger e pizza.Quando vado in un posto che non conosco, è mia abitudine prendere sempre qualche portata del posto, per capire appieno la tradizione, i profumi e la cultura di quelle terre. La mia scelta ricade, quindi, su un antipasto con un tagliere di salumi e formaggi della casa e poi, incuriosita, sulle Creste di Scalve.



Il tagliere già mi spiazza: vi dico solo che del salame riuscivo a percepire il profumo speziato ed “affumicato” della sua stagionatura; per non parlare dei formaggi nostrani, un tuffo nei sapori più intensi della valle.Sarei già piena, ma quando vedo la portata che mi mettono davanti ne rimango meravigliata! Ecco le – fino a poco prima a me ignote – Creste di Scalve: una pasta ripiena al formaggio, dalla forma a mezzaluna elegantemente disposta sul piatto a forma di fiore, accompagnata da speck e noci. Una goduria per l’occhio, che vuole sempre la sua parte, ma anche e soprattutto per il palato: un gusto intensissimo, sapori accostati alla perfezione. Finisce qui la nostra esperienza al “Ristorante Alpi”, per il dolcino ci spostiamo in qualche altro localino carino come piace a me.Per smaltire e per vedere posti nuovi, proseguiamo per le vie di Schilpario. Questa che imbocchiamo, in modo particolare, è ricca di bottegucce di prodotti tipici e negozietti di souvenir. Peccato che sia domenica: avrei portato volentieri a casa qualche salamino che mi ricordasse questo posto e quei sapori assaggiati prima. Pazienza. Mi fondo su un negozietto di souvenir che – oddio lasciatemi qui voglio comprare tutto prendo casa qui. Oggettistica bellissima, rustica, variegata ma al contempo unica: faccio scorta di tazze e calamite, ovviamente, e ne approfitto anche per fare qualche regalino.


Uscita di lì, mi si mostra davanti un delizioso villaggio di Babbo Natale, con tanto di aiutanti renne, nominate una per una e descritte con dovizia di particolari. E’ un bel passeggiare, immersi in quella magia e quello scenario, che ha sempre quel non so che di poesia che in questo periodo ci aiuta tanto.Ma camminando camminando, eccolo, lo vedo, è quello il bar in cui voglio mangiare un dolcino. L’ “Alpen Chalet” si mostra in tutto il suo splendore, grande, maestoso, in legno, in quello stile che a me piace davvero tanto. L’esterno non è che l’inizio. L’ingresso si mostra caldo ed accogliente, in legno, rustico e ricercato nei particolari, chic ma al contempo ospitale.Ormai sono le 16:00, prendiamo una cioccolata calda: gustosissima, come il salotto in pieno stile tirolese in cui la beviamo. Una calda coccola prima di tornare a casa, con il desiderio ed il buon proposito che quella sia solo la prima di tante. Alla prossima ♥️

