Un conte dell’ottocento che voleva vivere nel medioevo: così mi immagino il conte Bonoris. Pur potendo costruirsi un palazzo degno del suo nome, a sé contemporano, Bonoris nel 1890 ha deciso di ricreare una personale idea di Medioevo e fare della propria dimora un’architettura fiabesca e imponente, capace di rendere evidente a tutti il sogno romantico e neo-feudale del nuovo “Conte di Montichiari”. 

Sulla collina di San Pancrazio di Montichiari nell’anno 1000 si ergeva una rocca. 

Passano gli anni, e la rocca subisce i segni del tempo…

Nel 1890 arriva Gaetano Bonoris, diventato conte grazie alla vicinanza con la corte sabauda, che acquista la rocca e la ricostruisce, rendendola il più grande esemplare dello stile neogotico lombardo.

Bonoris ha viaggiato tanto e conosce realtà piemontesi e valdostane, come i castelli di Fenis o Issogne. L’interesse per tali modelli artistici, coinvolge anche gli interni del Castello, a partire dall’interno.

Altra mania che ha è lo stemma della sua casata, praticamente ovunque, tranne che nella stanza riservata al Re, figura attorno alla quale ruota tutta la costruzione del castello, in attesa di una sua visita…mai arrivata.

A Giuseppe Rollini spettano le ricche decorazioni, ora un po’ scolorite ma ancora vivide nei bozzetti preparatori.m

Bonoris, pur avendo a disposizione la possibilità di far costruire i suoi mobili in modo industriale e automatizzato, preferisce farli intagliare come pezzi unici dai fratelli Arboletti di Torino, che si ispirano a modelli cinquecenteschi.