Nessun libro secolare, nessun volume polveroso: oggi il galateo si insegna sui social e diventa tuo, anzi “Galatuo”. Certo, dietro un mondo fatto di stories, post e video su Instagram c’è lo studio, eccome se c’è – magari proprio su volumi polverosi e secolari – ma se a veicolare quegli insegnamenti ci pensa una ragazza giovane e brillante, beh allora imparare è molto più facile e divertente.

Ed io quella ragazza l’ho conosciuta ed intervistata per voi.
Valentina Badini, 34 anni, dopo aver conseguito una laurea in lingue con il massimo dei voti ed aver trascorso ben nove anni nel settore commerciale estero, in piena pandemia decide di reinventarsi e di dedicarsi alla sua passione: il galateo.
“La vita ti sorride se la guardi sorridendo” afferma presentandosi su Instagram…e già, è andata proprio così. Il 2020 non è stato molto gentile con lei: a causa della pandemia lei ed il suo compagno hanno dovuto rinunciare al lavoro e lei ha anche perso il suo lavoro. Ma è stato in quel momento che ha reagito, e così il 15 aprile 2020 ha aperto la sua pagina a tema galateo. In pochissimo tempo la sua iniziativa è cresciuta tantissimo e sono arrivate le prime collaborazioni. Per non parlare poi della “benedizione” ricevuta dall’Accademia Italiana del Galateo, con la quale – emozionatissima – ha dialogato anche in una diretta instagram.

Valentina, Instagram ci regala tante gioie: per prima quella di conoscerci! Se oggi siamo qui, infatti, lo dobbiamo a questo social che a te sta rivoluzionando la vita. Ma, raccontaci: come è nata questa tua passione per il galateo?
Durante il lockdown dell’anno scorso mi sono trovata ad avere tanto tempo libero a disposizione. Mi sono dedicata, quindi, alla lettura. Nel 2016 avevo letto il libro “Il tovagliolo va a sinistra” di Elda Lanza e mi ha colpito tantissimo questo mondo. Così ho rispolverato alcuni libri a tema dei miei e mi sono messa ad approfondire. Oggi colleziono e studio volumi di galateo dall’Ottocento in giù e cerco di trasferire quei concetti in un linguaggio più vicino ai nostri giorni, pubblicando guide e rispondendo a domande sulla mia pagina Instagram.

La tua pagina “Galatuo” in un anno è dventato il punto di riferimento di tante persone che vogliono approcciarsi al galateo in modo semplice. Sapresti descrivere il tuo pubblico? Qual è il sesso e l’età media dei tuoi followers e cosa pensi possa trovare in te e nella tua pagina?
Il mio è un pubblico soprattutto femminile: ragazze e donne dai 25 ai 40 anni circa, che vogliono scoprire di più del magico mondo del bon ton e soprattutto ricevere anche un aiuto pratico in situazioni di difficoltà. Ho imparato a conoscerle meglio nel nostro appuntamento con il “fammi una domanda” del martedì, che mi permette di entrare meglio nelle loro vite. Molte si confessano con me e mi espongono i loro problemi. Può sembrare strano, ma la maggior parte delle persone che mi segue desidera conoscere le buone maniere, più che per gestire situazioni pratiche (imbandire una tavola, servire il caffè), per risolvere situazioni annose, che creano imbarazzo.
Quindi il galateo non è solo etichetta, ma un vero e proprio modo di comportarsi in ogni situazione, giusto? Spiegaci meglio…
Esatto. Il galateo è uno stile di vita, un collante sociale opposto a tutto quello che crea attrito nella vita di tutti i giorni. Ti faccio un esempio: tanti followers, per esempio, mi chiedono come risolvere con educazione e gentilezza contrasti magari con parenti o con colleghi.

Devo dirti che grazie a te sto imparando tante cose nuove e di questo ti ringrazio. I libri o le riviste che si trovano in giro, però, spesso sottovalutano questo aspetto del galateo o, comunque, ne amplificano altri: come mai, secondo te?
Per vendere: scrivere un libro sul dress-code o su come comportarsi con l’ospite o al ristorante permette di avere materiale più spendibile nella vita di tutti i giorni e quindi di più facile consumo.
Ma tu mi dicevi che sei una grande appassionata di libri di galateo anche di secoli addietro. Come è cambiato il modo di approcciarsi al bon ton nel corso degli anni?
Nei libri più antichi troviamo il perché di alcune tradizioni che abbiamo ancora noi oggi: si tratta di testi molto interessanti, ma comunque limitati a quel periodo. A partire dagli anni ‘80 sono nati veri e propri manuali per gestire al meglio ogni situazione ed oggi si continua su quella strada.

E a te qual è la parte che più interessa di questo grande e variegato mondo del galateo?
A me piace molto la parte storica e culturale del galateo: seguo diversi webinair di culture a confronto, mi appassiono di testi e tradizioni inglesi o francesi e, per completare ed arricchire la mia formazione, mi sono iscritta al corso universitario dell’Università “La Sapienza” realizzato con l’Accademia Italiana Galateo: non vedo l’ora di cominciare!

Ogni giorno dai a chi ti segue consigli e tips di bon ton spedibili anche nella vita di tutti i giorni e ad intervalli settimanali ascolti e rispondi alle domande del tuo pubblico; collabori con la “Gazette du bon ton” e sei sempre in continua formazione. Quali sono i tuoi progetti futuri?
Mi piacerebbe aprire un sito tutto mio in cui ampliare i temi che tratto già su Instagram ed organizzare eventi a tema. Magari degustazioni di the in posti belli ed evocativi come dimore o giardini storici oppure organizzare io stessa webinair. Mi piacerebbe, un domani, anche scrivere un libro con tutte le storie ed esperienze raccolte, in cui lasciar trapelare quanto il galateo possa essere d’aiuto a tutti noi.

Stiamo per concludere la nostra chiacchierata e ci tengo a ringraziarti per tutto quello che grazie a te ho imparato, anche solo con il tuo esempio. Nella tua esperienza ti sarà capitato di vederne di ogni: in conclusione, sapresti dire qual è l’aspetto che più ti dà fastidio e quello che invece dovremmo imparare tutti per fare un po’ più nostro il galateo?
La maleducazione è l’aspetto che ferisce maggiormente. Sono una persona molto empatica, quindi vedere persone o atteggiamenti sgarbati mi fa star male. Dovremmo imparare a far tesoro della gentilezza e delle buone maniere non per l’etichetta in sé ma per vivere meglio, con noi stessi e con gli altri.