Con l’arrivo della primavera, torna la voglia di viaggiare. Quest’anno, però, a causa delle restrizioni legate al Covid 19 non sappiamo se e quando sarà possibile farlo, quindi non possiamo fare altro che rifugiarci nei ricordi, per ora.

Queste belle giornate, i colori della natura, mi hanno subito portato con la mente alla patria dei colori, del sole, del mare: la Costiera Amalfitana. Ho avuto la fortuna di visitarla quest’estate insieme a Lorenzo e me ne sono innamorata.

Già la strada per arrivarci è un percorso meraviglioso: strade strette, a strapiombo sul mare, ricavate nella roccia, da cui ammirare abbagliati lo splendido ventaglio di colori che si mostra a noi. Ecco: diciamo che è “tutto molto bello” solo se non sei al volante: se lo fai, invece, nell’ora di punta, nel giorno di punta (seconda domenica d’agosto)… beh forse “meravigliosa” non sarebbe la definizione giusta per quella strada tortuosa e trafficata.

Appena arrivati a questo incrocio, hai la netta sensazione che qualsiasi destinazione prenderai, la bellezza sarà lì ad aspettarti.

A Vietri sul Mare entrano già in scena i protagonisti della Costiera: il mare, i limoni, i fiori, i colori delle maioliche sparse ovunque in paese, sui tavolini, sulle facciate delle abitazioni, nei negozi. Ed è subito estate.

Purtroppo siamo solo di passaggio, perché le nostre mete ultime sono Amalfi e Positano, ma mi prometto di ritornarci.

A seguire, si aprono davanti a noi le due bellissime realtà di Maiori e Minori, una dopo l’altra. Qui quello che più mi colpisce è il lungomare e la gente che ci passeggia: sembra dare l’impressione di essere senza pensieri, desiderosa di godersi le vacanze. Tutto questo prima di vedere lei: la “Pasticceria Sal De Riso” a Minori. Fermarsi è d’obbligo: una sfogliatella che racchiude in sé tutti i sapori di quella terra unica.

Ripartiamo, ed io continuo a fotografare: il panorama è meraviglioso e il Fiordo di Furore cattura immediatamente la mia attenzione. Si scorge appena dalla strada, ma tra uliveti, limoneti e la tipica macchia mediterranea fa capolino la piccola spiaggia: una profonda fessura nella roccia formata dal torrente Schiato, dove il mare sembra giungere dalle montagne dando vita a una piccola baia. 

Arriviamo finalmente ad Amalfi, ma non troviamo nessun posto in cui parcheggiare! E allora prendiamo una decisione: andare fino a Positano, pranzare e parcheggiare lì e poi andare ad Amalfi con il traghetto, che deve essere un’altra bellissima esperienza – pensiamo – perché ci permette di vedere i due paesi da un’altra prospettiva: affiorando dalle acque.

Passeggiare per le strade di Positano è un po’ come fare un salto nel passato, nell’età della “dolce vita”: tutto sembra essersi fermato a quell’immagine di grazia ed eleganza, che accompagnava le grandi dive del cinema italiano, per queste strade, per questi negozi.

E’ tutto un fotografare per la via: vedo vetrine di costumi, vestiti ed accessori bellissimi, e ovviamente mi incanto. Colori mozzafiato, tutte le gradazione del cielo e del mare, dal blu all’acqua marina, dal verde al turchese; fantasie e decorazioni in pieno stile mediterraneo, da quello maiolicato – che con la fantasia mi fa viaggiare, portandomi a vivere tra le pareti di quelle bellissime ville che si affacciano mare – a raffigurazioni di limoni, il vero oro di questa terra. 

Non faccio in tempo a distogliere lo sguardo dalla vetrina di abiti, che ne vedo un’altra con piatti, vassoi, vasi, piastrelle, quadri e chi più ne metta, completamente lavorati e dipinti a mano, con fantasie – anche queste – tipicamente mediterranee. 

Nel mentre mi trovo lì, coinvolge la mia attenzione un profumo di limoni. Mi chiedo da dove questo venga, per essere così forte. C’è lì vicino, infatti, una piccola bottega che vende candele e incensi al profumo di limone: una vera delizia per tutti i sensi.

Ma, purtroppo, questa immagine così romantica dura ben poco, perché ad attirare il nostro olfatto questa volta è qualcosa sì meno poetica, ma certamente più gustosa. Iniziamo ad avvertire, infatti, mentre passeggiamo, un odore di frittura di pesce che…che ve lo dico a fare. Io e Lorenzo ci guardiamo e decidiamo che quello è il posto giusto per pranzare. Finalmente possiamo assaggiare ottime pietanze con pesce fresco, appena pescato, e quindi non escludiamo niente: antipasto di mare, linguine allo scoglio e fritto misto. 

Sazi e soddisfatti, rotoliamo verso la spiaggia per proseguire il nostro giro ad Amalfi. Prima di arrivarci, però, ci incantiamo a visitare la Cattedrale: alta e maestosa, ha la cupola riconoscibile da ogni parte la si guardi. 

Man mano che camminiamo, ammiro quelle stradine piccole e tortuose che sembrano a tratti anche scomode da percorrere, che però – penso – hanno tanto da raccontare: chissà quanti vip le hanno percorse; chissà come sono, invece, nella vita di tutti i giorni, lontani dalle domeniche che le affollano, magari in un grigio lunedì di novembre; chissà come vivono i residenti questo nostro intrometterci così chiassosamente nelle loro strade e nelle loro vite.

Così facendo, arriviamo in spiaggia e, oltre a vedere gente che fa il bagno, ride e si diverte, noto anche tanta gente che immortala quei momenti con foto e selfie; anche qui mi chiedo: chissà se queste persone sono visitatori abituali, residenti o persone, magari straniere, che hanno visitato una volta quel posto e non sanno se ci torneranno.

A distogliermi dai miei pensieri arriva il traghetto: dopo il rilevamento della temperatura, saliamo a bordo e scegliamo un posto tattico per ammirare il panorama. Fa caldissimo, dobbiamo tenere le mascherine, ma resistiamo per godere di tanta bellezza.

Partiti, col vento tra i capelli, sentiamo la brezza marina sempre più fresca, che ci rinfranca: spuzzi d’acqua ogni tanto ci bagnano, a volte c’è qualche scossone, ma soprattutto c’è tanta meraviglia. Vedere quei paesi incastonati in una montagna, le cui case e le cui vie sono state sottratte al mare, mi fa pensare a come potrebbe essere una vita qui, se è davvero così poetico questo nascere sul mare o se risulta a volte stancante; mi chiedo anche se chi vive o lavora lì possa ancora provare meraviglia a quella vista o se dopo un po’ ci si faccia l’abitudine.

Con questi pensieri e tra mille fotografie, vedo ormai positano sempre piè piccola, più distante, ed Amalfi più vicina e maestosa.

Quello che mi colpisce immediatamente di Amalfi è l’assoluta coesione tra la città e la spiaggia: praticamente c’è gente che cammina sulla testa di chi prende il sole! Non so se riesco ben a spiegarmi, ma mi turba vedere come la città sia davvero attaccata al lido, non ho mai visto nulla di simile. Dopo questo primo momento di smarrimento, inizio a guardarmi intorno e vedo che lo spettacolo che offre la parte alta di Amalfi da laggiù è straordinario.

Ci incamminiamo, così, verso il duomo, famosissimo, presente in tutti i libri di Storia dell’arte come esempio di arte romanica e baroca. Per arrivarci, percorriamo una stradina completamente all’ombra, tra archi e strettoie, ed è davvero un piacere rimanere lì sotto perché le temperature sono roventi. Alla fine di questo vicolo, la sorpresa: eccola, si erge di fronte a noi la maestosa cattedrale di Sant’Andrea, purtroppo visibile solo parzialmente, in quanto interessata da lavori in corso.

Le sue scale sono croce e delizia: tantissime, altissime, ma ti portano in un luogo splendido e ti regalano la vista di un posto altrettanto meraviglioso, come la piazzetta che sorge nei pressi della Chiesa.

Anche qui mi chiedo come deve essere andare ogni domenica a messa in un posto così bello e fare l’aperitivo o la colazione di fronte a cotanta meraviglia. Ci penso e un po’ invidio quella gente che può godere di quella bellezza per 365 giorni l’anno.

Il Duomo purtroppo è chiuso e quindi non visitabile, peccato! Sarà l’incentivo per farvi ritorno. Dopo aver scattato la foto di rito sulla scalinata, scendiamo in piazzetta e ci rinfreschiamo con una gustosissima granita al gusto – neanche a dirlo – dei limoni di Sorrento.

Ne approfittiamo per comprare calamite e piccoli gadget nei negozietti che, colorati e chiassosi, affollano le vie della città e facciamo ritorno, con un po’ di nostalgia già negli occhi al traghetto che ci riporterà a Positano, dove concluderemo la nostra bellissima giornata.

Anche lasciare Positano è difficile: quei vicoli, quei profumi, mi mancheranno; ma prima di salutarla del tutto, andiamo a scattare un’ultima foto-cartolina, a suggello di questa giornata meravigliosa, nel suo punto più alto e panoramico. Uno spettacolo per gli occhi ed un arrivederci sentito.