Il colore caldo del vino, le caldarroste e l’intensità e bontà dei sapori toscani fanno della Toscana una meta irresistibile per l’autunno. Cipressini, vitigni e palazzi storici danno a questi posti un sapore di cose belle, buone, in cui sentirsi accolti come davanti ad un camino acceso.
Io e Lorenzo abbiamo visitato una delle zone più iconiche della regione: la Val d’Orcia. Preparatevi: è stato un giro piuttosto lungo e movimentato, ma – fidatevi – anche in un giorno si può fare! Ed anzi, è bellissimo!
Partiti da Montalcino, abbiamo poi visitato San Quirico d’Orcia, Pienza e infine Montepulciano.

MONTALCINO
La nostra visita ha avuto inizio in mattinata… ma il mio naso contava già di essere ad ora di pranzo! Le vie del centro storico erano permeate dal
profumo intenso e saporito di ragù di cinghiale…alle 10:00 del mattino! Non vi dico l’opera di autoconvincimento che ho dovuto fare per non cedere a questa tentazione e fare qualcosa di più salutare tipo…passeggiare! Abbiamo così fatto una visita del paese, di tutti quei vicoletti caratteristici, adornati di bandiere identità di quartiere e bellezze in ogni dove.
Ci dirigiamo poi nella piazza principale, Piazza del Popolo. L’edificio più importante della piazza è il palazzo comunale, detto anche Palazzo dei Priori (fine XIII secolo inizi del XIV). Il palazzo è adornato con gli stemmi araldici dei numerosi podestà che hanno governato la città nel corso dei secoli. Un’altissima torre medievale è incorporata nel palazzo. Vicino al palazzo comunale, si trova una struttura rinascimentale con sei archi a tutto sesto, chiamata La Loggia.
A colpire la nostra attenzione è stata la sua fortezza: un castello del 1300, ancora intatto, che si erge maestoso in cima al paese. Le mura e le torri sono dotate di un camminamento oggi visitabile che permette di godere, ad ogni gradino in più, di una fantastica veduta dall’alto sulla città e sulla Val d’Orcia. Essere così in alto e pensare a quanti anni hanno quelle pietre, quale storia c’è dietro, e quali meraviglie sovrastano ha un effetto disorientante e bellissimo. Dopo aver acquistato calamite, segnalibri e gadget (non so quanti ne ho portati a casa!) prendiamo la macchina e ci indirizziamo verso una nuova meta.
SAN QUIRICO D’ORCIA
La bellezza del nostro piccolo viaggio in giornata è che questi paesi bellissimi della Val d’Orcia sono tutti ben collegati, uno in fila all’altro, ed è quindi facile raggiungerli in tempi brevi e serrati. Inoltre, anche lo stesso tragitto è pieno di bellezze naturali, come i famosi cipressini!
I cipressini di San Quirico d’Orcia si trovano su una collinetta che domina da sud un tratto della Via Cassia, in località “I Triboli”. Si tratta di due distinti gruppi di alberi, situati su un rilievo isolato. Il primo gruppo di cipressi formano un piccolo e folto boschetto di forma romboidale; il secondo gruppo di cipressi si trova lungo una strada bianca che conduce ad un ampio spazio su cui sono disposti formando due distinti semicerchi aperti con un mausoleo centrale. Noi abbiamo visitato questi ultimi, avendo fatto già tanti passi e dovendone fare ancora tanti altri. La sensazione che si ha è di essere in un film, in una pubblicità, in cui quegli elementi naturali sembrano essere lì proprio per raccogliere turisti e foto. Non lontano da qui, infatti, ma ora proprietà privata, in uno scenario simile è stata girata la celebre scena de “Il Gladiatore”.
Terminata la nostra visita alla parte più naturalistica del posto, ci dirigiamo verso quella storica…e verso il cibo! Si è fatta ormai ora di pranzo e quel profumo di ragù di cinghiale continua a ronzarmi nella testa e nel naso. Approdiamo quindi nel centro storico di San Quirico e mentre ci accingiamo a cercare un ristorante, io sono folgorata da tanta bellezza. Se avessi dovuto spiegare con un’immagine come immaginavo la Toscana, beh avrei descritto San Quirico d’Orcia, per me il paese più rappresentativo dell’intera valle. Case, botteghe, chiese imponenti e rustiche si avvicendano, dando l’impressione di essere a spasso nella storia: pietra, rustico e vintage ricoprono quei vialetti. Un’antica fontana, un ex ospedale, locande tipiche sembrano uscite da un libro di storia o da una sceneggiatura teatrale a tema Toscana. Ci fermiamo per il pranzo in un fantastico ristorante “Trattoria toscana Al Vecchio Forno”, in cui gustiamo un buonissimo piatto di tagliatelle al ragù di cinghiale (di cui sento ancora l’acquolina in bocca), accompagnati da un ottimo calice di vino. Siamo nella patria di questi sapori e profumi, ma devo dire che un menù con una sessantina di pagine di vini nella carta non l’avevo mai visto! Ancora una volta il mio fidanzato ha scelto bene!
Pieni ed appagati, facciamo altri due passi per continuare ad ammirare il centro e poi via di nuovo in macchina: direzione Pienza.
PIENZA
Passeggiare per le strade di Pienza è come passeggiare in un quadro del Cinquecento. Questo non è un caso, perché in realtà è stato proprio il Papa Pio II a voler rendere questa cittadina un manifesto dell’architettura rinascimentale. La città prende il nome proprio da Papa Pio II, Enea Silvio Piccolomini, che, divenuto Papa nel 1458, volle ripensare il borgo natale. Palazzo Piccolomini, detto anche palazzo Pontificio, si ispira al Palazzo Rucellai del maestro Leon Battista Alberti. All’interno del palazzo si trova una piccola corte rettangolare con loggiato e un giardino, realizzato secondo i dettami rinascimentali. A completare la chiusura della piazza centrale di Pienza c’è il Palazzo Borgia, di fronte al Palazzo Piccolomini, così detto perché donato appunto dal Papa al cardinale Rodrigo Borgia, che divenne poi papa Alessandro VI e che ne fece la propria residenza.
Pienza è piena di angolini deliziosi e instagrammabili, fiori e negozietti di souvenirs, odore di pellame proveniente da botteghe artigianali, musica all’aperto e tanti locali. Ovviamente non posso andare via a mani vuote e prendo un’ennesima calamita da attaccare alla mia lavagnetta magnetica ormai piena. Un po’ stanchi, ma con tanta gioia e meraviglia negli occhi, ci dirigiamo verso la nostra ultima meta: Montepulciano.
MONTEPULCIANO
Eccoci arrivati a Montepulciano. Solo a dirlo, questo nome esprime calore e profumi di buono. Il suo nome è ovviamente accostato al vino e – neanche a dirlo – la strada è piena di locande, locali, ristoranti che lo riportano in ogni angolo. C’è addirittura un negozio “Porta della cavina” che lo ricorda nel profumo! Alla sua entrata, infatti, c’è un grandissimo profumatore al Nobile di Montepulciano che diventa subito mio (c’è anche il sito di questo negozio che vende online gli stessi prodotti: una garanzia!).
La salita che dalla porta del paese conduce al centro è bella impegnativa, ma è tutto così bello da vedere e fotografare che non ci facciamo neanche caso! Sono tentata di entrare in ogni negozietto che trovo lungo la mia strada, portare via quanti più ricordi e oggetti di questa magnifica gita, ma per fortuna c’è che mi trattiene. Passeggiando per le vie del centro sembra di respirare la storia: attraversando vie strette, dalle luci soffuse, e contrassegnate da bandiere di quartiere, si sentono in sottofondo anche i tamburi di un corteo storico che rendono tutto più magico. Così magico che recentemente questo piccolo borgo medievale è diventato una meta turistica molto ambita, in seguito alle riprese del celebre film New Moon, sequel della saga sui vampiri Twilight. Camminando camminando, passiamo davanti ad un bar/ristorante storico, che attira la nostra attenzione “Caffè Poliziano”.
Attirati, io dall’estetica del posto e Lorenzo dal menù esposto, decidiamo di cenare lì. All’interno tutto è bellissimo: un locale storico, con un’ampia terrazza che dà sulla valle di cui però possiamo vedere poco, data l’ora. La mia scelta cade su un piatto non proprio toscano, ma i suoi componenti sì: pici alla carbonara con guanciale di chianina. Che dirvi! La serata per me può chiudersi qui, salutati dai colpi suonati sulla torre dalla maschera di Pulcinella, con la promessa di tornare in questi posti bellissimi molto molto presto.